Month: settembre 2015

“Effetti di cieco – un racconto” di Marco Bonifazi

22 velazquez-il principe baltasar carlos con un nano

Un tempo il cieco faceva da guida verso la collina, attorno c’erano le case, questo me lo ricordo, il cieco si faceva tutti i bar, poi guardava stralunato le facce e la sua faccia, con una mano si teneva l’addome, sembrava stanco, puzzava di ammoniaca, qualcosa si era sfracellato dentro di lui e fuori c’era rimasta una carcassa. Continuo a provare con l’intervista: l’idea delle domande… proviamo con il rabarbaro per disintossicarlo ma la vita gli va talmente bene che ha deciso di smettere. (altro…)

“I Took my Prozac® today” di Juri Cambarau

123d9fdf2e6e696fde1549c596e3c1a9.304x450x1

[ATTENZIONE, TRATTASI DI UN ESAME DIAGNOSTICO. SE NON RIUSCITE A LEGGERE FINO IN FONDO NON PREOCCUPATEVI, VUOL DIRE CHE SIETE SANI]

(Éunpresidiomedicochirurgico,leggereattentamenteilfogliettoillustrativo,nonsomministrareaibambinisottoi12anni. Puóavereeffetticollateralianchegravi)

“Se entro cinque carte esce l’asso di denari mi licenzio”!
Quattro di spade. Sei di coppe. Fante di bastoni. Tre di coppe. Asso di bastoni.
Mescolò nervosamente il mazzo di piacentine per l’ennesima volta.
Fuori dal bar pioveva. L’estate era stata rubata. A quel diluvio bastarono quindici minuti.
Il sole che si fece largo dietro il viola carico del temporale non sarebbe più stato lo stesso per almeno altri otto mesi. (altro…)

“Shy date” di Pee Gee Daniel

11996964_625568800918659_66175176_n

Alla fine ho scelto un locale niente male. Ci sono stato dietro un mese e passa per ottenere la prenotazione, ché io telefonavo, poi a volte mi vergognavo di parlare e allora, beh… mettevo giù. E poi richiamavo. Dopo. E se mi diceva: «La metto in lista, richiami, così le dico appena si libera un tavolo per due,» io replicavo: «M-ma n-no g-guardi… N-non v-vorrei d-d-disturbare…» E quell’altro: «Nessun disturbo, si immagini,» e allora il calvario ricominciava da capo a dodici… (altro…)

“Collateral Spinoza” di Pier Marrone

searching-for-sugarman

Per effetto collaterale si intende di solito qualsiasi effetto non previsto e non intenzionale di un’azione. Ma esistono davvero gli effetti collaterali? Voglio dire: sono una nostra costruzione mentale oppure esistono fuori di noi nella realtà? Se soccorro una persona che ha un’emergenza sanitaria e le somministro il farmaco sbagliato, che le provocherà la morte, anziché guarirla, allora sembra di dover dire che siamo un presenza di un chiaro esempio di effetto collaterale, ovvero di una sua interpretazione realistica. La mia intenzione mentale era ben precisa (procurare sollievo all’ammalato). Credevo che la mia azione si sarebbe indirizzata in un senso in pieno accordo con quanto la mia mente aveva progettato, eppure nella realtà – sì proprio in quel mondo esterno alla mia mente, che mi resiste ostinatamente, e non fa le cose che io vorrei accadessero – è successo un disastro. La realtà comanda, la realtà vince. L’effetto collaterale, che potrebbe anche non essere così disastroso né avere conseguenze di un qualche interesse per noi, esiste realmente. (altro…)

“I.V.G. (interruzione volontaria di gioventù)” di Monica Visintin

18970732.jpg-r_640_600-b_1_D6D6D6-f_jpg-q_x-xxyxx

Quando si diventa veramente grandi? Penso che ognuno scelga il suo fatidico mai più in base a quella che in gergo aziendale si chiama vision: ovvero a come vuole o avrebbe voluto vedersi realizzato nel proprio futuro. Almeno così credo io, al netto della cause di forza maggiore che causano uscite drammatiche dall’età dell’innocenza: la perdita prematura di un genitore, una guerra, la necessità di lasciare la propria terra, i propri affetti, i propri sogni di felicità. (altro…)

Effetti collaterali – Editoriale Settembre 2015 di Agente Patogeno

gun

“Fra i possibili effetti collaterali delle giornate di sole, è indicato il decesso.”

[Consultare il proprio guru religioso prima dell’uso. Evitare editorialisti di quotidiani e portavoce parlamentari ]

Una giornata di sole è come una brutta meretrice. Si abbiglia in redingote sfavillante, bianca di merletti e macramè e t’abbarbaglia con i suoi raggi da offenderti gli occhi. E occulta bene sotto un’oncia d’essenze tagliate di fresco, composta da un novello Arcimboldo. Un cuore fittizio e mercenario, pronto a rifilarti una giornata d’agosto quando ti aspetteresti della timida pioggia. (altro…)

“Una pietra” di Carla Saracino

Y.B

Tutto era povero, nudo, trasfigurabile,

I nostri mobili erano semplici come pietre,

Ci piaceva che la crepa nel muro

Fosse quella spiga da cui sciamavano mondi.

 

Nubi, stasera,

Le stesse di sempre, come la sete,

La stessa stoffa rossa, slacciata.

Immagina, passante,

I nostri ricominciamenti, le nostre frette, la nostra fiducia.

 

(Yves Bonnefoy – Trad. Fabio Scotto)

 

 

Immaginare di tornare, o di essere ripetutamente.

E in quell’assolo prolungato, ricominciare, al culmine di nessun tempo.